5 rassegne per il nuovo millennio.

Partecipo alla rassegna biennale dal 2001 quando un amico che già era attivo nell’associazione dei dipintori luparensi mi ha letteralmente trascinato in questa associazione. Tra alti e bassi siamo già alla decima edizione (fatta a maggio 2019) e, sempre fra alti e bassi, è sempre stata un’ottima occasione di incontro, di scambio di idee e di condivisione assieme a chi, come me, ama immergersi nel colore.

Dipintori 2001

Arriva il mio amico e vede che ho dei quadri. Avevo già fatto qualche mostra per conto mio. Niente di che. E mi dice: “dammi un paio di foto che ti faccio entrare alla rassegna biennale”.
La settimana successiva mi chiama e mi dice che devo portare un po’ di quadri. Almeno un paio.
Non mi sono mai piaciuti i paesaggi. Troppo inflazionati. O forse troppo difficili da dipingere. Mi ritrovo di più nel ritratto. Possibilmente caricaturale e spesso e volentieri allusivo. Nascono le maschere. Dipinti su tavole. Il passaggio iniziale (gessetti su cartoncino e vernici su lastre) lascia lo spazio all’olio su tavola e su cartoncino trattato. E, alla fine, il quadro “dualità”. Primo di una serie dove le velature mischiavano i tre colori che in quel momento si trovavano sulla tavolozza. Non ho una tavolozza precisa. I colori sono quelli che trovo, tutti i colori vanno bene. Non vado per il sottile.

Dipintori 2003

Nel frattempo cambiano un po’ di cose. Comincio a fare un po’ di mostre in giro (mi capita di finire anche in centro Italia). Un amico mi porta in mostra con se a Chieti e a Bassano del Grappa. I miei quadri entrano nelle case. Non avevo mai sperato di vedere quello che faccio appeso sui muri delle altre case.

Anche stavolta la partecipazione era abbastanza scontata. E, come al solito, piacevole.

In questo periodo stavo sperimentando quella che un amico e maestro che ora non c’è più (ciao Ulisse) e un altro signore che però non ho conosciuto direttamente hanno definito come i “puzzle” disegnati la pittura a cubetti. Non è cubismo. Non potrei ambire a tanto. Però ci assomiglia parecchio.

Nonostante la critica costruttiva, sono andato avanti con questo genere di pittura per parecchio e poi, come al solito, ho cambiato.

Rassegna Biennale Dipintori Luparensi 2005

La Rassegna Biennale Dipintori Luparensi di quest’anno è stata segnata da alcuni cambiamenti e molte novità. Arrivano nuove ispirazioni. Nuovi pensieri. Se c’è una cosa che ho capito in questi anni è che niente rimane fermo. Tutto cambia. E tutti cambiamo. Ed è per questo che i “cubetti” mi andavano stretti. Comincio ad appassionarmi al concetto di divisione e al ritorno alla semplicità. Pochi colori. Pochi segni. Tanti segnali.

Ho voglia di capire cosa c’è oltre alla luce. Oltre al colore. Oltre al segno. Ma mi fermo sul dettaglio troppo. Poi riparto forse troppo di impeto. Forse. Quel che è certo, è che la gente non capisce. E io non ho voglia di spiegare. Quel che è certo, è che la critica si fa le sue idee. E io pure.

Rassegna Biennale Dipintori Luparensi 2007

La luce è sempre il mio punto fisso. Da quando ho iniziato a sporcare lastre ad oggi è una continua ricerca. In questa Rassegna Biennale Dipintori Luparensi del 2007 il concetto di luce è sintetizzato in una lampada. Forse accesa, forse spenta. Nessuno si è accorto che di tutto il quadro, quella è forse l’unica cosa che a me interessa. La lampadina. Tutti a misurare la distanza fra la testa ed il collo. A calcolare il nudo sulla cornice (o sulla finestra?). Ma a nessuno che venisse in mente cosa servisse una lampadina così in basso?

I segnali vengono ignorati proprio perché si vuole ignorarli. Continuo a ricercare. Cito anche Bacon. L’allusione non viene colta. Pazienza. Mi propongono di presentare i quadri in un’altra mostra. Glieli presto ben volentieri. Rimangono esposti per quasi un mese. La gente non segue più con lo stesso interesse. O forse, più semplicemente, sono io che mi sto annoiando. Questa ricerca forse è al termine?

Nudo 1 presentato
Nudo con lampadina versione I – ost 50×70
Nudo 2 iniziale
Nudo con lampadina versione 2 – ost 60×100

2009

L’ultima mostra di questo decennio. Nessuna crisi. Nessuna ricerca. Solo voglia di riscoprire. Mi ero fermato per qualche mese perché preso da alcuni impegni lavorativi (sono il classico pittore della domenica mattina, per intenderci) e probabilmente aver fermato tutto e non aver mai preso in mano neanche una matita non era il massimo. La mostra era un impegno preso ancora due anni prima (ci tengo a questa esposizione, si vede?).

L’idea, al contrario di quello che si pensi, non era il tema sacro. L’idea era quella di rivisitare un modo di dipingere assolutamente perfetto (Raffaello e la sua velata) e scomporlo. Ridurre il dettaglio al minimo. Inserire quello che aveva innescato la ricerca (i cubetti, ricordate?). Il rosso. La forza. La potenza. Il sangue. Il blu ad intrecciarsi e a mitigare la prorompenza. Il bianco a rendere la luce. Fine.

madonna2
Scomporre la velata e prendersela con Raffaello (ost 50×70)

Se volete potete vedere i quadri del decennio 2011-2019 cliccando qui.